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PEPTIDI ANTIBATTERICI: STUDIO DELLA RESISTENZA ALLA DEGRADAZIONE DA PARTE DI ENZIMI PROTEOLITICI ED EFFETTI DI SOSTITUZIONI AMMINOACIDICHE NELLA SEQUENZA

Poiché i pazienti possono già assumere una di queste classi di farmaci prima di sviluppare un’insufficienza cardiaca, l’ordine di inizio della terapia e la velocità di up-titolazione sono generalmente specifici del paziente. Nell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta, dopo il trattamento iniziale, la frequenza cardiaca e il fabbisogno di ossigeno diminuiscono, mentre il volume di eiezione sistolico e la pressione di riempimento restano invariate. Il riempimento ventricolare assume un atteggiamento più vicino alla norma (aumentando in protodiastole) risultando meno rigido. Il miglioramento della funzione miocardica è visibile in alcuni pazienti dopo 6-12 mesi ma può occorrere più tempo; la frazione di eiezione e la gittata cardiaca aumentano e la pressione di riempimento del ventricolo sinistro diminuisce.

  • Si tratta di una nuova tipologia di anticorpi miniaturizzati, noti anche come peptidi biciclici, creati nei laboratori del team di ricerca di Alessandro Angelini, professore di Biochimica al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi.
  • Gli oligopeptidi, spesso definiti più semplicemente “peptidi”, sono brevi catene di aminoacidi uniti tra loro da legami peptidici.
  • Nei pazienti con aterosclerosi Aterosclerosi L’aterosclerosi è caratterizzata dalla presenza di placche intimali disomogenee (ateromi) che invadono il lume delle arterie di medio e grosso calibro.
  • La digossina non si è dimostrata vantaggiosa in termini di sopravvivenza ma, associata ai diuretici e agli ACE-inibitori, può contribuire a controllare i sintomi e riduce la probabilità di ospedalizzazione nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta.
  • Medico Farmacologo Centro Regionale di Farmacovigilanza/Programma Interdipartimentale di Farmacologia Clinica, A.O.U. Policlinico “G.

Il nostro kit diagnostico è già stato testato su circa 60 pazienti, riscontrando che i livelli plasmatici di queste piccole proteine diminuiscono nei malati di Parkinson con fase iniziale della malattia, suggerendo un loro utilizzo come biomarcatori. Oggi il mercato che ruota attorno al Morbo di Parkinson solo in America vale quasi 14 miliardi e mezzo di dollari di cui metà vengono impiegati per la diagnostica, tale mercato nel 2018 è cresciuto del 7%. Poiché in questo momento in commercio non esiste nessun iter diagnostico capace di individuare precocemente il morbo di Parkinson, l’effetto del nostro ritrovato potrebbe essere quello di monopolio sul mercato. Vari farmaci inotropi positivi sono stati valutati nell’insufficienza cardiaca, ma eccetto la digossina, aumentano tutti il rischio di mortalità.

La terapia con idralazina-nitrato, quando aggiunta alla terapia di base con ACE inibitori/inibitori dei recettori dell’angiotensina II, può essere utile in un piccolo sottogruppo di pazienti neri con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta. In questo caso, la dose iniziale di idralazina è 37,5 mg, quella di isosorbide dinitrato è 20 mg per via orale 3 volte/die, con dose massima di 75 mg e 40 mg 3 volte/die. La decisione di aggiungere o sostituire una terapia con idralazina-nitrati a un ACE/inibitori dei recettori dell’angiotensina II in pazienti di origine africana con scompenso cardiaco è specifica del paziente ed è spesso determinata dalla tolleranza ai farmaci e dall’importanza dei sintomi. In generale, la terapia con inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ACE, inibitori dei recettori dell’angiotensina II o inibitori del recettore dell’angiotensina e della neprilisina) deve essere utilizzata in questa popolazione, se tollerata. Dato che l’aldosterone può essere sintetizzato indipendentemente dal sistema renina-angiotensina, gli effetti avversi non sono inibiti completamente perfino con l’uso massimale di ACE-inibitori e di inibitori dei recettori dell’angiotensina II.

Chimica dei composti eterociclici farmacologicamente attivi

Sacubitril/valsartan ha ridotto gli endpoint primari di mortalità cardiovascolare combinata o ospedalizzazioni per scompenso cardiaco; il numero necessario per trattare era 21. Evidenze scientifiche supportano il passaggio dei pazienti dalla terapia con ACE inibitori/inibitori dei recettori dell’angiotensina II verso la terapia con gli antagonisti del recettore dell’angiotensina e della neprelisina, anche in ambito ospedaliero dove i pazienti andranno meno incontro alla congestione polmonare e possono avere meno re-ospedalizzazioni precoci. Gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) sono utilizzati nel trattamento del diabete per bloccare il riassorbimento del glucosio, causando così glicosuria e abbassando la glicemia.

Per le prescrizioni galeniche magistrali a scopo dimagrante è stato predisposto dal Ministero della Salute un monitoraggio sull’uso e sulla sicurezza effettuato dall’Istituto Superiore di Sanità. Gli interessati che ritengono che il trattamento dei dati personali a loro riferiti avvenga in violazione di quanto previsto dal Regolamento hanno, inoltre, il diritto di proporre reclamo all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, come previsto dall’art. 77 del Regolamento stesso, o di adire le opportune sedi giudiziarie (art. 79 del Regolamento). I PNA hanno la capacità di legare con elevata affinità e specificità DNA, RNA e PNA complementari e per questo motivo sono stati ampiamente studiati come strumenti per modulare l’espressione di geni target.

Gli inibitori dei recettori dell’angiotensina e della neprilisina possono ridurre i ricoveri per insufficienza cardiaca, ma non migliorano gli altri esiti. Il Prof. Alessandro Tossi ha conseguito il PhD al Trinity College, l’Università di Dublino, nel 1987, con una tesi sullo studio delle interazioni fra complessi polipiridinici del rutenio e oligonucleotidi, e sulle loro reazioni fotochimiche. Successivamente, ha svolto ricerche post-dottorato sulla fotochimica e chimica delle radiazioni degli acidi nucleici presso il Max-Planck-Institute für Strahlenchemie di Mülheim a.d.

Inibitori dei recettori dell’angiotensina II

Le abituali dosi consigliate dei farmaci rappresentativi comprendono l’enalapril mg 2 volte/die, il lisinopril mg 1 volta/die e il ramipril 5 mg 2 volte/die; ne esistono molti altri. L’espansione straordinaria della biofarmaceutica pone nuove sfide al sistema regolatorio, come evidenzia Hans C. Ebbers (Division of Pharmacoepidemiology & Clinical Pharmacology Utrecht Institute for Pharmaceutical Sciences (UIPS) Facoltà di Scienze dell’università di Utrecht) nello studio Biopharmaceuticals as Challenges To the Regulatory System. “A differenza delle piccole molecole – scrive Ebbers nella sua Introduzione – i farmaci biotech hanno un profilo di sicurezza unico, il che crea sfide sia per i produttori che per i regolatori nelle varie fasi del processo regolatorio. Potrebbe essere necessario pertanto un unico approccio regolatorio per ottimizzare i benefici e i rischi dei prodotti biofarmaceutici”. Occorre controllare gli elettroliti sierici e la funzione renale prima di iniziare la terapia con ACE-inibitori, dopo 1 mese e dopo ogni aumento significativo della dose o dopo ogni modifica e delle condizioni cliniche. In caso di disidratazione o insufficienza renale da malattia acuta, può essere necessario ridurre la dose dell’ACE-inibitore o direttamente sospenderlo.

Gli Autori passano in rassegna l’intera gamma delle tecnologie utilizzate per i prodotti attualmente in commercio (almeno 15 per 13 categorie di farmaci). “La tecnologia del DNA ricombinante per le proteine (118 prodotti) e soprattutto quella per gli anticorpi monoclonali (35 molecole) rimangono le due predominanti, ma negli ultimi dieci anni è venuta alla ribalta l’ingegneria molecolare di proteine, anticorpi monoclonali, peptidi e tessuti. Il settore della sintesi peptidica e dei peptidomimetici, nonostante le numerose ramificazioni e l’enorme sviluppo, continua a generare sempre più interesse nella progettazione di composti biologicamente attivi. Oggi si può affermare che non esista laboratorio, chimico e biologico, dove non sia reperibile un sintetizzatore di peptidi in fase solida. Sta emergendo sempre più il bisogno di sintetizzare nuove molecole organiche, al fine di facilitare i processi di identificazione e di ottimizzazione di nuovi composti biologicamente attivi. La chimica combinatoriale, nell’ambito della chimica farmaceutica, si è sviluppata, infatti, per venire incontro alle crescenti richieste di molecole organiche per la scoperta di nuovi farmaci (drug discovery).

Nei pazienti con grave insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata (a differenza dell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta), l’abbassamento della frequenza cardiaca (p. es., con un beta-bloccante) può esacerbare i sintomi perché hanno un volume di eiezione sistolico relativamente stabile a causa di una grave disfunzione diastolica. In questi pazienti, la gittata cardiaca è dipendente dalla frequenza cardiaca, e l’abbassamento della frequenza cardiaca può quindi ridurre la gittata cardiaca a riposo e/o sotto sforzo. I diuretici dell’ansa (soprattutto usati in associazione con il metolazone), possono causare ipovolemia con ipotensione, iponatriemia, ipomagnesiemia e ipokaliemia grave. La dose di diuretico necessario in acuto, solitamente può essere gradualmente ridotta; l’obiettivo è la dose più bassa che mantenga stabile il peso e controlli i sintomi. Quando l’insufficienza cardiaca migliora il diuretico può essere interrotto nel caso in cui altri farmaci migliorino la funzione cardiaca e allevino i sintomi dell’insufficienza cardiaca.

Il farmaco è indicato per il trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica cronica con ridotta frazione di eiezione. I risultati dello studio che ha determinato l’approvazione del farmaco (PARADIGM-HF) sono consistenti e molto promettenti. La combinazione sacubitril-valsartan ha dimostrato di diminuire la mortalità cardiovascolare e le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco senza aumentare il rischio di angioedema in pazienti con scompenso cardiaco https://www.psx.com.pk/blog/ur/azione-farmacologica-di-genotropin-nuove-scoperte/ lieve o moderato. I risultati degli studi in corso valuteranno infine anche l’efficacia di sacubitril-valsartan nei pazienti con funzione ventricolare sinistra conservata. Il farmaco rappresenta un’importante innovazione terapeutica con notevoli implicazioni cliniche. Tuttavia la reale tollerabilità del farmaco, l’ipotensione e probabilmente il costo potrebbero rappresentare le principali barriere all’uso del farmaco nella normale pratica clinica.

Progettazione sintesi e struttura di peptidi bioattivi e metalloproteine

La ricerca ha coinvolto una prima fase di progettazione computazionale durante la quale metodologie avanzate di intelligenza artificiale sono state applicate per trovare i migliori “incastri”, per tipologia e posizionamento, tra gli amminoacidi e le varie parti dell’uPA. Migliaia di configurazioni sono state create prima di trovare le serie idealmente più efficaci. Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).

Tuttavia, composti irritanti come quelli a base di capsaicina, non sono esenti da reazioni locali, quali arrossamento o bruciore 21. Inoltre, l’assorbimento sistemico indesiderato di principi attivi quali il diclofenac in prodotti topici, non è del tutto assente 22. Nell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta, è meglio iniziare i beta-bloccanti quando il paziente non ha segni di congestione polmonare. Degli specifici beta-bloccanti come il carvedilolo e il metoprololo succinato (ossia, metoprololo ad azione prolungata) migliorano la frazione di eiezione del ventricolo sinistro, la sopravvivenza e gli altri eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta cronica, compresi quelli con sintomi gravi. I beta-bloccanti devono essere utilizzati solo quando vi è un’altra indicazione esistente (p. es., il controllo della frequenza cardiaca durante la fibrillazione atriale, l’angina o in seguito a infarto del miocardio).

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